Coronavirus, non ci sono mascherine gratis per tutti: ecco quante ne ha ricevute l'Umbria

Fonte: CORRIERE DELL UMBRIA
14/04/2020

Per la ripartenza servono più mascherine. In Umbria riaprono oggi le prime attività, dalle librerie alle cartolerie, passando per lavanderie e negozi per bambini, ma i dispositivi di protezione individuale non ci sono gratis per tutti. Dove trovarle? Le 272 farmacie umbre, pubbliche e private, sono fornite, assicura il presidente umbro di Federfarma, Augusto Luciani.
In molte attività aderenti le “mascherine vengono vendute a prezzo di costo, più Iva. Quelle chirurgiche vanno da 1,50 a 2,20 euro. Adesso ci sono anche mascherine lavabili o sanificabili prodotte da imprese umbre riconvertite. Non c’è stata mai un’emergenza, devo dire che di fronte a questa pandemia l’Umbria, in tutte le sue parti, ha saputo fare squadra”, spiega Luciani. Ma i dispositivi gratis non ci sono e con tutta probabilità non ci saranno in numero adeguato per tutti gli 880 mila umbri. Stando ai dati resi noti dal dipartimento nazionale di protezione civile, aggiornati al 12 aprile, dall’inizio dell’emergenza in Umbria sono state distribuite 1.941.423 mascherine. Poco più di due per abitante. Non bastano per tutti, considerando che la gran parte è monouso. Di queste, 1.489.560 sono chirurgiche, 256.363 ffp, 1.500 ffp3 e 194.000 monovelo. I quasi due milioni di pezzi arrivati in Umbria “sono stati smistati agli operatori sanitari, alle Rsa e ai centri operativi comunali”, fa sapere il direttore regionale della Prociv umbra, Stefano Nodessi Proietti. Solo in parte destinati alla popolazione. Non c’è polemica sui fabbisogni, ad oggi.
Altre 500 mila mascherine sono state acquistate dalla Regione con risorse proprie nella prima fase di emergenza: già finite.
Più quelle arrivate dalle donazioni. Alcuni Comuni, Terni, Città di Castello, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, hanno emesso ordinanze per renderle obbligatorie, prevedendo però in alternativa sciarpe e foulard. Il Comune di Perugia ha scelto la via “soft”, una serie di “raccomandazioni” da prendere nei luoghi chiusi. Luca Merli, assessore alla sicurezza di Palazzo dei Priori, spiega come sia impossibile per l’ente una consegna a domicilio, “in un territorio molto vasto”, soprattutto di fronte “a una quantità non sufficiente per la popolazione. Una parte di quelle usa e getta le consegneremo ai servizi sociali che si occupano della spesa a domicilio”. Ma c’è Afas, la rete delle farmacie comunali, che conta scorte importanti. Dal 10 aprile le vende a prezzo di costo, senza alcun ricarico. Ossia 2,20 euro a pezzo, ma nei prossimi giorni ne arriveranno altre a 1,50. A Terni, Palazzo Spada ha deciso di distribuirle gratis ai più anziani. Dei 20 mila pezzi arrivati dalla protezione civile regionale, alcune sono andate alla prociv comunale. Altre cinque mila sono andate all’Ater per le famiglie in difficoltà. Le restanti mascherine vengono distribuite gratuitamente tramite le farmacie comunali ai cittadini con più di 65 anni. Senonché, anche qui i numeri scarseggiano. Così il sindaco, Leonardo Latini, parlando a Radio Cusano Campus: “Non stiamo messi benissimo, non sono sufficienti, ne stiamo cercando altre”.

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